Gebirgskrieg
Dal Tedesco Guerra alpina, meglio conosciuta come Guerra Bianca, la guerra in montagna, che nel 15/18 si concentra proprio sulle Alpi e le Dolomiti, toccando anche la Val Genova e l’Adamello.
L’artista, dopo un’attenta ricerca, si appropria delle foto d’archivio dell’evento e le rielabora digitalmente, creando delle sovrapposizioni digitali e temporali.
Il periodo coperto dalle immagini è appunto il lasso di tempo che va dal 15/18 ai nostri giorni.
Un confronto tra il passato e il presente, una relazione storica connessa al luogo che tutt’oggi conserva un passato, difficile da dimenticare, appartenente alla storia mondiale e collettiva.
L’acqua qui gioca un ruolo fondamentale. Da sempre simbolo del fluire dello scorrere, del cambiamento… l’acqua disseta fa crescere, pulisce. Concettualmente collegata allo scorrere del tempo, al cambiamento, al vecchio che se ne va dando spazio al nuovo, in questo caso però, difficile da portar via.
Uno sguardo alla realtà nel tentativo di andare oltre la dimensione spazio-temporale, che appunto si elimina ma rimane comunque impressa in quelle fotografie fissate nella memoria storica e di ogni individuo.
S-COLLECTIVE
Oltre 200 fotografie sono state realizzate dai quindici partecipanti che – selezionati mediante call pubblica tra le ottantacinque candidature pervenute – hanno lavorato sui temi comuni dell’acqua, della trasparenza e del vetro, che caratterizzano l’identità di Surgiva e l’architettura del Mart, con il tutoring di Luca Andreoni, fotografo e docente di consolidata esperienza.
Durante il workshop, ai giovani fotografi è stato proposto di lavorare prendendo spunto da due grandi periodi della storia della fotografia americana.
La giornata al Mart si è focalizzata sugli aspetti architettonici del museo e ha avuto come riferimento la Street Photography. Quella condotta in montagna si è ispirata alla Straight Photography di fine ‘800 e inizio ‘900 e ha avuto come scenario alcune delle cascate più spettacolari del Parco Naturale Adamello Brenta. Proprio all’interno di quest’area incontaminata sgorga Surgiva, con cui esiste una collaborazione consolidata.
Da un punto di vista creativo, i partecipanti hanno agito in modo sia collettivo durante il seminario, come se avessero scattato con gli occhi di un unico fotografo, sia individuale nella fase di post-produzione, in modo da creare una doppia prospettiva negli elaborati. Da qui nasce il nome S-Collective, che richiama la S di Surgiva.Il risultato è stato la realizzazione da parte di ogni fotografo di due album in sequenza, ognuno dedicato a una delle giornate di workshop. La copertina, in bianco e nero, rappresenta la sintesi dell’attività in loco mentre il contenuto dello slideshow, include le immagini rielaborate in fase di post-produzione.